Campo Rotaliano
storia e territorio

La storia
del campo

Sin dall’epoca romana questa terra è sempre stata un punto di snodo per il commercio e dunque attraversata da vie di comunicazione tra la penisola italica e l’Europa centrale.

La più importante arteria è la Via Claudia Augusta costruita nel 
I sec DC che, passando per Trento, raggiungeva la zona del Danubio nell’Europa continentale. Si pensi che sin dai tempi dell’impero Romano, all’iniziar dei viaggi si doveva essere informati sulle condizioni del torrente Noce, il cui confluire diretto nel fiume Adige creava delle esondazioni tali da impedire
il passaggio con i carri. In tali situazioni l’unico collegamento tra la penisola italica ed il nord era uno stretto sentiero: 
il Dürer Weg, che univa la Rotaliana alla Piana di Salorno, primo paese dell’Alto Adige.

Le prime attestazioni circa la produzione di uve di qualità nella zona del Campo Rotaliana, risalgono al 1200; intorno al 1500 per la prima volta si parla del Teroldego in quest’area.

In un atto notarile del 1490, si attesta la cessione di un fondo comprensivo di un vigneto nella zona delle Teroldeghe, proprio nel comune di Mezzolombardo, oltre alle numerose citazioni inserite negli atti del Concilio di Trento.

Dopo la Seconda Guerra Mondiale l’avvento delle Cantine Sociali ha modificato la viticoltura della zona, privilegiando la produzione di massa delle uve, anche grazie all’incremento dell’uso dei composti di sintesi ed alla scelta di cloni di Teroldego fortemente produttivi e resistenti.

Negli ultimi anni, con il riaffermarsi di piccole realtà che hanno rinunciato al conferimento in Cantina Sociale, scegliendo di vinificare le uve in proprio, si sta tornando a puntare sulla qualità delle uve. Il processo passa attraverso un costante aumento di attenzione da parte degli attori della zona verso il rispetto per la terra, attraverso un’agricoltura sempre meno invasiva.

Questi sono per noi alcuni dei presupposti fondamentali per la produzione di un vino che sia all’altezza di una zona vitivinicola con tale storia.

Le prime attestazioni circa la produzione di uve di qualità nella zona del Campo Rotaliana, risalgono al 1200; intorno al 1500 per la prima volta si parla del Teroldego in quest’area.

In un atto notarile del 1490, si attesta la cessione di un fondo comprensivo di un vigneto nella zona delle Teroldeghe, proprio nel comune di Mezzolombardo, oltre alle numerose citazioni inserite negli atti del Concilio di Trento.

Dopo la Seconda Guerra Mondiale l’avvento delle Cantine Sociali ha modificato la viticoltura della zona, privilegiando la produzione di massa delle uve, anche grazie all’incremento dell’uso dei composti di sintesi ed alla scelta di cloni di Teroldego fortemente produttivi e resistenti.

Negli ultimi anni, con il riaffermarsi di piccole realtà che hanno rinunciato al conferimento in Cantina Sociale, scegliendo di vinificare le uve in proprio, si sta tornando a puntare sulla qualità delle uve. Il processo passa attraverso un costante aumento di attenzione da parte degli attori della zona verso il rispetto per la terra, attraverso un’agricoltura sempre meno invasiva.

Questi sono per noi alcuni dei presupposti fondamentali per la produzione di un vino che sia all’altezza di una zona vitivinicola con tale storia.

C

Il territorio
del campo

Il Campo Rotaliano è un’area di origini glaciali ed alluvionali.
L’area circondata dalle pareti rocciose dolomitiche a strapiombo dei monti di Mezzocorona e Mezzolombardo gode di particolari condizioni pedoclimatiche. Le fredde correnti ventose provenienti dai ghiacciai alpini, ed i caldi flussi d’aria pomeridiani, provenienti dal lago di Garda, garantiscono notevoli escursioni termiche tra il giorno e la notte.
Questa zona è figlia del ghiacciaio dell’Adamello e Presanella. Il valico della Rocchetta, che mette in comunicazione con la Val di Non, è stato aperto dalla continua spinta del ghiacciaio sulle pareti rocciose preesistenti, il quale ha scavato fino a creare la conformazione Rotaliana attuale.

Il territorio
del campo

Il Campo Rotaliano è un’area di origini glaciali ed alluvionali.
L’area circondata dalle pareti rocciose dolomitiche a strapiombo dei monti di Mezzocorona e Mezzolombardo gode di particolari condizioni pedoclimatiche. Le fredde correnti ventose provenienti dai ghiacciai alpini, ed i caldi flussi d’aria pomeridiani, provenienti dal lago di Garda, garantiscono notevoli escursioni termiche tra il giorno e la notte.
Questa zona è figlia del ghiacciaio dell’Adamello e Presanella. Il valico della Rocchetta, che mette in comunicazione con la Val di Non, è stato aperto dalla continua spinta del ghiacciaio sulle pareti rocciose preesistenti, il quale ha scavato fino a creare la conformazione Rotaliana attuale.

La morena vive nel sottosuolo nella forma di ciottoli di Tonalite, liscivati dal torrente Noce; le costanti esondazioni e l’incessante lavoro dell’uomo, hanno depositato uno strato di spessore variabile tra i 30 cm ed i 200 cm di sabbia e limo fertile.
Il paesaggio conformato come lo vediamo oggi è infatti
 frutto delle opere di bonifica dell’impero Asburgico a metà dell’Ottocento. Grazie alla deviazione del torrente Noce e la modifica del suo punto di immissione nell’Adige, si è posto fine alla piaga delle inondazioni nella nostra area; ma soprattutto si è rivelato la vera ricchezza di questa zona: il suolo ed il suo sottosuolo.

Su questo particolare suolo nascono le viti di Teroldego; allevate secondo la tradizionale Pergola doppia Trentina. Sistema che permette alla varietà di bilanciare al meglio la sua naturale vigoria e la nostra volontà di produrre uve di qualità.

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Tonalite

Teroldego Rotaliano DOC

Uve provenienti in prevalenza dal Vigneto Pasquari, a 227m.s.l.m. nel cuore della Piana Rotaliana; CRU conosciuto in quanto legato alla zona originaria del vino principe del trentino:
le Teroldeghe, sin dal 1490.

Sistema di allevamento tradizionale a pergola doppia trentina, che grazie ad una gestione accurata ed una selezione dei ceppi più vecchi degli appezzamenti aziendali garantisce un adeguato equilibrio vegeto – produttivo.

VITIGNO Teroldego – vecchie vigne
RESA
90q.li/ettaro

Dopo una fermentazione tradizionale in rosso, con macerazione sulle bucce di 8/10giorni, segue la maturazione in piccoli carati di rovere per 10 mesi; seguono ulteriori 6 mesi di affinamento in bottiglia.

Vino Elegante dalla morbidezza tannica. Fragrante e varietale. Fresco e morbido al palato. Profumo floreale di viola e fruttato di marasca e frutta rossa.

Servire a 16-18°C permettendo l’ossigenazione. Si consiglia l’abbinamento con arrosti o carni rosse, formaggi e piatti grassi in genere.

tonalite